Sai dove se n’è andata l’anima? Il corpo assente e le mie mani non riescono a ricamare i suoi ricordi Non so dove tu sia, anima mia spero solo che tu vada di buon passo
C'era una volta una principessa ammirata da tutti.
In molti offrivano gioielli, tessuti preziosi e noci cola nella speranza di sposarla,ma lei non sapeva chi scegliere.
Propose ,così, al padre di dire che era morta morsa da un serpente.
Il re fece suonare i tam tam e iniziarono le danze funebri. Arrivarono i pretendenti della fanciulla, che chiesero di riavere i loro doni .
Per ultimo giunse un giovane povero, disperato per la morte della principessa. Lui l'amava, ma non si era sentito degno di lei; desiderava, però, che fosse bella anche nella tomba, così aveva portato stoffe e noci di cola per lei.
Il re, commosso, gli rivelò :"Mia figlia è viva e ora so chi la ama davvero: questo giovane diventerà il suo sposo". Si celebrarono le nozze e vissero felici e contenti.
Apri il libro, gira il foglio, un bambino che ti guarda... Apri la porta, e là poi la strada inizierà... Apri il libro, gira il foglio, un bambino su un cavallo... Apri la porta, e là poi la storia inizierà... Giriamo il foglio allora, giriamo il foglio ancora, giriamo il foglio e dimmi cosa ci vedi. Vedo alberi e giardini e le navi sopra il mare, le pianure e le colline e la gente che va... Vedo un grande sole giallo, un bambino con un gallo, i sentieri e le montagne e la gente che va... Giriamo il foglio allora, giriamo il foglio ancora, giriamo il foglio e dimmi cosa ci vedi.Find more similar lyrics on Apri il libro, gira il foglio, una mela su di un ramo, terra nera per il grano e la gente che va... Vedo nuvole lontane, un pesante fumo nero, tanti piccoli soldati e la guerra arriverà... Giriamo il foglio allora, giriamo il foglio ancora, giriamo il foglio e dimmi cosa ci vedi. Il bambino con il gallo e le navi sopra il mare... Se ne vanno le figure, ora nulla resterà. Il bambino sul cavallo ed il grande sole giallo... Tanti piccoli soldati e la storia finirà. Giriamo il foglio allora, giriamo il foglio ancora, giriamo il foglio e dimmi cosa ci vedi.
Una antica leggenda in merito alle origini del paese è tramandata dall'autore dell'Hypnerotomachia Poliphili, Francesco Colonna, e narra di una fanciulla, chiamata Murgania, dalla quale il paese avrebbe preso il nome.
Murgania, sarebbe stata figlia del console romano Lelio Sylirio o Syliro e di Trivisia Calardia Pia. La fanciulla avrebbe osato paragonarsi per bellezza a Venere e il popolo per ignoranza l'avrebbe creduta la dea stessa e le avrebbe eretto un sacello:
“Gli plebei, et il vulgo rude et ignobile, et inculto populo, non
altramente che così arbitravano che Murgania fusse essa Venere. Diqué
negli suburbani lochi construsseron uno Sacello. Nel quale ella
latitante a sortiti tempi, cerimoniosamente se dimonstrava mentita[3]. Et cum annuali et supplici voti supersticiosamente il populario concurso colevano[4]. D’indi nacque, tale nome, dalle giente fino hogi di Phada Murgania[5]. Et il loco serva ancora il memoriale nome Murganio.”
Gli dei, risentiti, avrebbero quindi distrutto il sacello e Murgania con un fulmine, mentre la medesima sorte sarebbe toccata a Quintia e a Septimia, sorelle di Murgania. Il padre, Lelio Sylirio sarebbe stato trasformato nel fiume Sile, che da lui avrebbe preso il nome:
“fulminato lo impiato[6] tempio la casa regia fulguritiamente in carbone redacta[7],
non de qui molto distante, ove per ventura essa alhora trovavase
rimanse eterno nome Casa Carbona et Murgania in fonti, cum tuti quegli
che in esso loco se trovorono conversi. Et così similmente Quintia, et
Septimia. Sorore fugabonde non luntano da Murgania et elle transformate
in manali fonti”
“Il suo nome perpetuo a quelli lochi dederono lambenti in unde amplexano[8]
il dolce patre Lelio Siliro. Et egli transmutato in liquante materia
aucto dalle chare filiole, fae uno celebre fiume, di purgatissime aque
manale[9], che ancora in quella periucunda[10] regione fluente freschissimo si vede.”
Il mio occhio si è fatto pittore e ha tracciato
la forma della tua bellezza sulla tavola del mio cuore.
Il mio corpo è la cornice in cui essa è tenuta,
e, fatta in prospettiva, essa è la migliore arte del pittore:
perché attraverso il pittore devi vedere la sua maestria,
per scoprire dove sia la tua fedele immagine dipinta,
che sempre pende nella bottega del mio petto,
nelle cui finestre si specchia il vetro dei tuoi occhi.
Ora vedi che bei servigi gli occhi hanno reso agli occhi:
i miei hanno ritratto la tua figura, e i tuoi per me
sono finestre sul mio petto, attraverso cui il sole
si diletta a sbirciare, per ammirare, là dentro, te. Ma agli occhi manca l'abilità che dia grazia alla loro arte:
ritraggono solo ciò che vedono, non conoscono il cuore.
William Shakespeare
William Shakespeare ( 1564 – 1616) è stato un drammaturgo e poeta inglese, comunemente considerato come il più importante scrittore in lingua inglese e generalmente ritenuto il più eminente drammaturgo della cultura occidentale http://it.wikipedia.org/wiki/William_Shakespeare
Platone (in greco Πλάτων, Pláton; Atene, 428 a.C./427 a.C. – Atene, 348 a.C./347 a.C.) è stato un filosofo ateniese. http://it.wikipedia.org/wiki/Platone